E’ stata una esperienza emozionante e nello stesso tempo coinvolgente. I ragazzi del Montessori sono stati fantastici: si sono ben integrati nella comunità, hanno partecipato alle attività di formazione con entusiasmo e competenza, hanno vissuto una esperienza importante con la gioia e la serenità di chi vuole conoscere e capire, hanno suscitato l’ammirazione di chi li ha accolti che immediatamente hanno espresso il loro apprezzamento. ” Vi ringraziamo per la bellissima esperienza che ci avete dato l'opportunità di vivere. Quelle appena trascorse, per noi, sono state due giornate incredibilmente formative e ricche di emozioni. Siete stati fantastici, vi siete letteralmente buttati alla scoperta della comunità e delle nostre vite arrivando al cuore di tutti noi. E' stata un'esperienza bellissima che porteremo con noi a lungo. Sarebbe bello poter avere degli scritti, lettere o semplicemente le impressioni sulle attività e l'esperienza vissuta a San Patrignano. Per noi sarebbe un feedback importante e anche un modo per dare continuità al lavoro fatto insieme.”
San Patrignano: 260 ettari tra vigneti, laboratori, teatri, impianti sportivi, abitazioni, stalle, cantine. Tutti luoghi dove si lavora e ci si confronta continuamente sia con se stessi che con i propri compagni. 260 ettari tra Rimini e San Marino dove tornare a vivere dopo il buio della droga. 260 ettari in un contesto panoramico bellissimo tra terra e mare che ha accolto gli studenti del Montessori con la semplicità e la genuinità di chi conosce il percorso per tornare liberi. Sono quarantotto i ragazzi del nostro liceo che hanno deciso di fare una esperienza fuori dal comune, che hanno voluto conoscere cosa significhi riprendere a vivere dopo il tunnel.
“Io, personalmente, - ha scritto Chiara Rabbi del 5 A sum - non avevo idea di cosa fosse questo luogo e non riuscivo a capire perché la professoressa continuasse a insistere spingendoci ad accettare e partire. Nonostante questo con classe abbiamo deciso di partire e nel corso di questi mesi ho cercato su internet, anche se svogliatamente e distrattamente, qualche cosa o qualcuno che potesse aiutarmi a immaginare, almeno lontanamente, cosa sarei andata a vedere. La mia immaginazione, influenzata dal pensiero della società e della cultura in cui vivo, aveva pensato a quel posto semplicemente come ad un luogo dove della gente, che a parer mio non valeva quanto me, cercava di rimediare a sbagli irrimediabili! Mi sembra incredibile pensare come fino a tre mesi fa ignorassi completamente cosa fosse San Patrignano e non riuscissi neanche a credere che potesse esistere un luogo simile. Prima di varcare la soglia della loro casa, che ora sento anche mia, non avevo un'idea precisa di chi ci fosse dentro, ma ironizzavo e giudicavo con grande ignoranza il percorso che le persone affrontavano in quella struttura. Prima di varcare quella soglia che "separa due realtà", la nostra e la loro, la perplessità e lo scetticismo, nella mia testa predominavano ancora quei pensieri ignoranti che credevo giusti. Una volta entrata a contatto con questa gente, con il loro mondo, la loro realtà, le loro esperienze, i loro racconti, ma soprattutto con la loro voglia di riscattarsi agli occhi del mondo, tutta la mia visione della vita, di ciò che davvero conta si è stravolta. Abbiamo passato due giorni a contatto con diverse persone e abbiamo ascoltato molte e differenti storie. Nonostante però ogni storia fosse a se, io ho trovato due elementi in comune: la disperazione iniziale e la forza finale, il buio e la luce! Posso dire fieramente di essere cresciuta e maturata su molti aspetti in sole quarantotto ore. In primo luogo mi sento obbligata a chiedere scusa a me stessa e a loro per gli inutili pregiudizi e le discriminazioni con le quali omologavo gli ex tossico dipendenti. Mi vergogno al solo ricordo di essermi creduta superiore a loro. San Patrignano è un luogo meraviglioso. San Patrignano è la speranza e la forza che incoraggia e sostiene persone abbandonate e tenute nascoste dalla società. San Patrignano dona una mano a queste persone ed un sorriso che sembra solo dire loro "credo in te, tu ce la puoi fare". Ció che dovrebbe fare la società civile, la quale però sopprime le loro grida di aiuto e ignora il problema o ancora peggio li punisce senza spiegare loro cosa abbiano sbagliato o cosa stiano sbagliando. Sanpa é proprio tutto quello di cui hanno bisogno. Infonde nei loro cuori coraggio, quel coraggio che magari prima possedevano, ma che avevano perso. Quel coraggio che serve a credere in se stessi, ed é per questo che per la prima volta nella mia vita vedendo questo luogo sono orgogliosa di essere cittadina italiana e di poter dire che la nostra incantevole penisola ospita una comunità di ex tossico dipendenti che accoglie e aiuta cittadini di tutto il mondo, ignorando razza, sesso o quant'altro. Voglio ringraziare ancora tutti i ragazzi che ho conosciuto perché mi hanno acceso il cuore di speranza che avevo smarrito ormai da un po'. Voglio ringraziare anche gli altri ragazzi con cui non ho avuto il piacere di parlare, ma voglio incoraggiarli ugualmente perché i loro occhi celano un anima bellissima, e grazie a loro ho capito veramente che non bisogna mai smettere di combattere!”