Sono terminate le lezioni in aula e sul campo dell’edizione 2017 del Laboratorio Infomigranti scuola: 22 partecipanti di classi terze, quarte e quinte del Liceo Maria Montessori, 5 tutor del giornale Piuculture, incluso il direttore responsabile, 3 uscite a testa per ciascuno studente, 40 ore di lezioni frontali, minimo tre articoli da scrivere, un blog creato.
E’ sabato mattina, i partecipanti sono ancora un po’ addormentati, ma numerosi. La lezione si apre con un video sulla poesia di Marianne Williamson dal titolo La nostra paura più profonda, sull’importanza di non spaventarsi della propria luce.
“Quando permettiamo alla nostra luce di brillare, inconsapevolmente diamo agli altri la possibilità di fare lo stesso. Non è in fondo quello che facciamo quando intervistiamo qualcuno? Cercare la sua luce in qualche angolo nascosto: l’umanità che il viaggio, le torture, delle accoglienze che discriminano più che abbracciare, hanno messo a tacere?” provoca una delle tutor, citando una frase della poesia.
Segue un power point con immagini “rubate” durante le lezioni: vi abbiamo visto scrivere, esporvi, confrontarvi, fare finta di prendere appunti “l’emozione è stata forte, quella di vedervi crescere durante il corso, sporcarvi le mani. Nella prima uscita eravate timidi e spaventati, a Civico Zero, inizialmente avete avuto difficoltà ad intervistare i presenti; poi vi siete sciolti in piazza alla manifestazione a favore della legge sulla cittadinanza, fino a ballare e lanciare tizzoni ardenti al pranzo sociale in favore di Baobab Expeience. Vi ringraziamo per avere lavorato con noi, è stato un gran bel gioco” aggiunge una tutor.
Un cartellone azzurro troneggia al centro della sala con la scritta Infomigranti 2017, tanti pennarelli colorati ai suoi lati.
“I bravi giornalisti sanno condensare in una sola parola l’essenziale vi chiediamo di fare uno sforzo e trovare una parola che esprima quello che per voi ha rappresentato questo corso”.
Ennesima prova per un gruppo di adolescenti, non abituato a questo tipo di confronti, ma che si è dimostrato capace di grandi slanci, durante tutto il Laboratorio, prestandosi a qualsiasi cosa gli venisse proposta. Infatti dopo qualche esitazione e timidezza, l’azzurro si è colorato di un verde confronto, di un nero dettagli, di un viola collaborare, di un giallo essenziale e di tante altre parole.
Le spiegazioni sono un fiume in piena e l’emozione prima ancora sonnolenta diventa più tangibile:
“E’ stata una delle esperienze più belle che ho fatto in questi anni e mi ha insegnato la professionalità” racconta Andrea, studente Infomigranti.
“La cosa che mi è piaciuta è che in tutte le esperienze siamo sempre stati guidati e seguiti con attenzione, ma che allo stesso tempo ci sia stata lasciata l’opportunità di muoverci in modo autonomo” spiega Luca Falzi.
“Un percorso formativo che ti avvicina al lavoro e al giornalismo ma soprattutto all’umanità” specifica Camilla Pucci.
Ma non è finita qui, questa volta l’esercizio sul lessico si fa sugli altri compagni, o meglio colleghi, trattandosi di una prima esperienza lavorativa: una nuvoletta colorata viene attaccata sulle schiene di tutti e girando per la redazione, in pochi minuti, si deve scrivere una parola che rappresenti ciò che quella persona ci ha comunicato.
Infomigranti scuola: gioco delle nuvolette
“Mi sono emozionato molto e mi sono sentito di stare in un gruppo unito” dichiara Andrea.
“Durante il laboratorio ognuno di noi ha donato un po’ di sé al resto dei compagni” e aggiunge Camilla “è stato emozionante nell’ultima lezione vedere un po’ di te in loro”.
Le nuvolette, nonostante le insistenze per leggerle a fine esercizio, verranno girate solo a conclusione della giornata.
La curiosità è tanta, ma le cose da fare non sono finite. Bisogna parlare dell’ultima uscita che avverrà venerdì santo alla Grande Moschea, stabilire appuntamenti, vestiario e decalogo di comportamento, ma soprattutto organizzarsi su tempi e modalità di presentazione del Laboratorio alla scuola.
Per questa ragione oggi è presente anche un professore, Stefano Mingarelli, referente del progetto presso l’istituto.
La classe è divisa in gruppi: c’è chi si occuperà di riportare l’esperienza di Civico zero, chi quella della mostra Più Culture: migranti nel territorio del Municipio II e di tutte le altre uscite effettuate..
Ma soprattutto si ricontrolla il blog creato insieme Extra-romani “un’altra cosa bella è poter continuare a lavorarci e coltivare l’iniziativa nel futuro, insieme ad altre persone che ho visto particolarmente motivate, come me” racconta Luca.
Finalmente è arrivato il momento di leggere le frasi sulle nuvolette
L’orologio scorre veloce sono le 12 e 30, il laboratorio è finito ma prima di andarsene c’è ancora un ultimo ricordo. Un tavolo viene scoperto e appaiono una trentina di foto scattate nel corso del Laboratorio, sono formato polaroid, sul retro recano un brano dalle Città invisibili di Calvino.
“Per motivi logistici non è stato possibile inserirlo tutto il testo” spiega una delle tutor “Quello che ci auguriamo di avervi trasmesso è proprio questo: cercare chi e che cosa in mezzo all’inferno non è inferno, e farla durare e dargli spazio”. Elena Fratini